All'inizio la posizione della "gallina che razzola il cortile" non è facile, perchè ti porta ad avere il sedere in fuori...
e poi i calci con successiva rotazione danno un sacco di problemi "tecnici" (nel senso che magari fai bene il calcio ma poi rallenti il resto, o per andare veloce dai un calcetto che fa ridere, o perdi l'equilibrio quando arrivi con il pugno...)
Ma la cosa più bella è eseguire questi movimenti nel silenzio più assoluto (quando capita in gara e senti gli occhi puntati su di te è esaltante)...
ancora meglio se sei in palestra da solo e la giornata è ventosa e carica di nubi, con pioggia e temporale in arrivo... il sudore che ti cola sulla fronte e sulle guance... lo sguardo fisso verso l'infinito...
UNSU significa "mani di nuvola", o "le mani come le nuvole", ed i movimenti iniziali vogliono ricordare questa caratteristica, come nubi che si avvicinano e si allontanano, e di colpo partono i fulmini che si scagliano verso il terreno...
poi il salto finale... ti carichi come una molla e via a rannicchiarti in aria, proiettato verso il cielo e poi atterrando e godendoti quel momento di blocco totale, prima di rialzarti come una furia...
Magari a qualcuno non dirà niente o farà ridere, ma per me questo è il massimo. Il corpo che recita una poesia, davvero indescrivibile
e poi i calci con successiva rotazione danno un sacco di problemi "tecnici" (nel senso che magari fai bene il calcio ma poi rallenti il resto, o per andare veloce dai un calcetto che fa ridere, o perdi l'equilibrio quando arrivi con il pugno...)
Ma la cosa più bella è eseguire questi movimenti nel silenzio più assoluto (quando capita in gara e senti gli occhi puntati su di te è esaltante)...
ancora meglio se sei in palestra da solo e la giornata è ventosa e carica di nubi, con pioggia e temporale in arrivo... il sudore che ti cola sulla fronte e sulle guance... lo sguardo fisso verso l'infinito...
UNSU significa "mani di nuvola", o "le mani come le nuvole", ed i movimenti iniziali vogliono ricordare questa caratteristica, come nubi che si avvicinano e si allontanano, e di colpo partono i fulmini che si scagliano verso il terreno...
poi il salto finale... ti carichi come una molla e via a rannicchiarti in aria, proiettato verso il cielo e poi atterrando e godendoti quel momento di blocco totale, prima di rialzarti come una furia...
Magari a qualcuno non dirà niente o farà ridere, ma per me questo è il massimo. Il corpo che recita una poesia, davvero indescrivibile